venerdì 28 novembre 2008

direttamente da twilight

E così il leone si innamorò dell'agnello./ lei: "Tu sei indistruttibile" \ lui:"Lo credevo anche io, prima di conoscerti"./ "Ti amo ... ... ... è una giustificazione banale per quanto faccio, ma sincera"./ Il resto del mondo non mi interessa, se non ci sei tu./ lui:"Se fossi capace di sognare, sognerei te. E non me ne vergogno"./ Mi rivolse il suo solito sorriso sghembo, che mi fermò il respiro e il cuore. Non riuscivo a immaginare un angelo più splendido. In lui non c'erano imperfezioni da correggere./ Sollevò la mano, indeciso, esitante, stava combattendo con se stesso; accarezzò svelto il profilo della mia guancia, con la punta delle dita. La sua pelle era ghiacciata come sempre, ma la traccia che lasciò sul mio vso era bollente, una scottatura che non provocava dolore./ Ormai avrei dovuto esserci abituata, e tuttavia non era così. Avevo la sensazione che Edward fosse il genere di persona a cui era impossibile abituarsi./ Non vorrei vivere nemmeno un giorno senza te./ "Ha detto che sei carina" aggiunse, infine, scuro in volto "il che è praticamente un insulto, stasera. Sei molto più che bellissima"./ Sei assolutamente impresentabile. Nessuno dovrebbe essere così attraente: è una tentazione, non è giusto./ Avvicinò lentamente il suo viso al mio, sfiorandomi con la guancia gelata. Restai assolutamente immobile. «Mmm... », gemette, con un sospiro profondo. Con lui che mi toccava, così vicino, era molto difficile formulare una domanda coerente. Mi ci volle un minuto buono per riuscire ad aprire bocca di nuovo./ Sono stanco di sforzarmi di starti lontano. Perciò ci rinuncio./ La sua espressione era inqiuetante: sembrava lacerato, quasi dolorante, di una bellezza tanto fiera da farmi sentire il desiderio di toccarlo con la stessa violenza di poco prima./ Ai miei occhi eri una specie di demone, sorto dal mio inferno privato per distruggermi. L'odore soave della tua pelle... Quel primo giorno ho temuto di perdere definitivamente la testa. In quela singola ora ho pensato a cento maniere diverse di portarti via dall'aula, di isolarti. E mi sono opposto a tutte, temendo le conseguenze che avrebbero colpito la mia famiglia. Dovevo scappare, andarmene prima di pronunciare le parole che ti avrebbero costretta a seguirmi.../ Non avevo mai pensato seriamente alla mia morte, nonostante nei mesi precedenti ne avessi avuta più di un'occasione, ma di sicuro non l'avrei immaginata così. Con il fiato sospeso, fissavo gli occhi scuri del cacciatore, dall'altra parte della stanza stretta e lunga, e lui ricambiava, con uno sguardo garbato. Era senz'altro una bella maniera di morire, sacrificarmi per un'altra persona, qualcuno che amavo. Una maniera nobile, anche. Conterà pur qualcosa. Sapevo che se non fossi mai andata a Forks non mi sarei trovata di fronte alla morte. Per quanto fossi terrorizzata, però, non riuscivo a pentirmi di quella scelta. Se la vita ti offre un sogno che supera qualsiasi tua aspettativa, non è giusto lamentarsi perché alla fine si conclude. Il cacciatore fece un sorriso amichevole e si avvicinò con un passo lento e sfrontato, pronto a uccidermi.

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